Concerto Sinfonico. Eliseo Castrignanò, il direttore dalle mille passioni

Tutto comincia a 9 anni quando riceve in dono una tastierina giocattolo con cui riesce a suonare tutto quello che sente. A orecchio naturalmente. Ma in modo preciso e senza errori. Sufficiente tutto ciò a “insospettire” i genitori che decidono di capire se questa capacità ha un senso venga valorizzata perché nasconde un talento o piuttosto non sia l’abilità tipica dei bambini di risolvere problemi con naturalezza, senza pensarci su troppo.

Così comincia la storia musicale di Eliseo Castrignanò, il direttore del Concerto con cui la OLeS, per volontà della amministrazione di Carmiano, inagura il Parco della Scienza la sera del 9 luglio.

 

Come è inziato il suo rapporto con la musica, Maestro?

 

“Beh, l’impatto non è stato esattamente entusiasmante. La musica è regola e io ero un ragazzino. Ho cominciato con un maestro che è dovuto partire da una cosa che viene percepita dalla maggior parte degli studenti di musica ‘noiosa’: il solfeggio! Non ci sono rimasto molto, ma per mia fortuna ho trovato poi una insegnante che era quella giusta per me, la prof.ssa Giovanna Serra. E’ stata lei a farmi davvero appassionare allo studio del pianoforte; poi ho avuto anche altri insegnanti, sino a che non è arrivata la decisione di approdare in Conservatorio. Avevo 15 anni quando ho fatto l’esame di ammissione e,  per il percorso già fatto e competenze acquisite, sono stato inserito direttamente al quinto anno. Ho studiato al Tito Schipa per tre anni ancora fino a quando non ho incontrato Roberto Cappello, con il quale si è stabilito un legame molto intenso, tanto da fare corsi di perfezionamento che mi hanno portato a concludere il percorso di pianoforte a Parma, dove ho studiato per gli ultimi due anni sino al diploma”.

 

Una volta diplomato Eliseo Castrignanò non si ferma…

 

“No, se si fa musica non ci si ferma. Ho continuato a studiare e ulteriori corsi li ho fatti con nomi importanti come Aldo Ciccolini, Benedetto Lupo, Charles Rosen che aveva studiato pianoforte con Moriz Rosenthal, il leggendario pianista polacco, nato nel 1862 che era stato allievo di Liszt , Pierluigi Camicia, attuale direttore artistico della OLeS. Tutti grandi pianisti dai quali ho appreso cose straordinarie. Ma la mia curiosità mi ha spinto a fare anche altri studi: sette anni organo, studi di clavicembalo, insomma la musica è stata una compagna travolgente

 

So che non si è fatto mancare l’università.

 

“E’ vero, sono stato attratto dalla facoltà di conservazione dei beni musicali e anche lì ho avuto una guida di grande qualità che devo dire ha segnato la mia vita, perché mi ha aperto gli occhi sul mondo della musica in modo definitivo: Giovanni Carli Ballola, accademico effettivo di Santa Cecilia e della Filarmonica Romana. E’ autore di musica sacra e di libretti d’opera, ma anche critico musicale de

L’Espresso e de Il Mattino, oltre ad aver pubblicato saggi su autori che sono monumenti della Musica. C’era un legame davvero particolare con il professore. Spesso siamo andati insieme ad ascoltare esecuzioni proprio al Santa Cecilia, qualche volta abbiamo persino trascorso insieme le vacanze. Mi sono appassionato tantissimo alla dimensione della ricerca ma …di fondo sono uno che ha bisogno sempre di stimoli nuovi o,  piuttosto, già allora sapevo che quello che volevo fare veramente non era lì.

 

E dove siamo andati questa volta?

 

Non ho ascoltato che la mia voglia di sperimentare. Io avevo in mente la direzione d’orchestra. Molti mi avevano detto di lasciar stare, perché è difficile, bisogna essere molto preparati e …bla bla bla. Si può immaginare. Ma tutto questo non ha fatto altro che consolidare il mio desiderio e così nel 2000 sono andato a Spoleto  per fare un corso come Maestro Collaboratore. Non ho detto niente a nessuno e i fatti mi hanno dato ragione. Agli esami finali sono risultato tra i pirmi 10 pianisti “Maestro Sostituto” di tutto il mondo. Una soddisfazione immensa”

 

Non ci sono dubbi! E la tappa successiva?

E’ stato quel passaggio a farmi capire come funziona il teatro musicale.  Sino a quel momento avevo studiato musica pianistica e, onestamente, non apprezzavo la musica lirica. Mi si è aperto un mondo! Anche in senso letterale perché ho fatto una apprezzabile carriera di Maestro Sostituto o Collaboratore in Giappone, in Cina, in Germania dove ho ricoperto tutti i ruoli di questa figura. Sono davvero innumerevoli: sala, regia, coro, suggeritore! Questa figura non è più utilizzata perché i registri non gradiscono la cupoletta dove si viene collocati. E pensare che era la “carica” più alta! In ogni caso ho avuto la fortuna di vedere come funziona il Teatro, il Teatro Lirico. Vedendone la difficoltà – perchè allestire un’opera è qualcosa che si comprende sino in fondo se ci si lavora in quanto è un lavoro di armonizzazione che non ha eguali – ne sono stato totalmente preso e da lì il salto alla direzione è stato, direi, una tentazione inevitabile. Anche se era quello che volevo, quindi cadere in tentazione è stata la cosa più facile!”

 

E in questo caso non possiamo non immaginare un mentore…

 

“Salvatore Cordella. E’ vero. Tenore di fama, cantava in quel periodo a Salisburgo, è stato lui a spingermi a prepararmi. Così ho studiato con Bruno Aprea, nel 1977 vincitore del prestigiosissimo premio Kusevickij , dopo aver iniziato a Milano, con Fabrizio Dorsi ( che ha diretto la OLeS in occasione della prima sinfonica de Le incredibili avventure di Mr. Fogg di Marco Marzi – ndr) con il quale mi sono avvicinato alle basi della direzione. Ho studiato con Piero Bellugi,  assistente in gioventù di Leonard Bernstein; quindi con Bruno Bartoletti,  che ha diretto e realizzato incisioni discografiche con i più grandi interpreti della lirica come Pavarotti, Domingo, Caballè. Ho un po’  fatto una strada diciamo “personale”, ho scelto con chi studiare perché sono sostanzialmente molto autonomo nelle scelte. E oggi continuo a studiare perché,  come ho già detto, è proibito fermarsi, ma è la mia passione anche se lascia poco spazio ad altro. E questo altro è suonare, arrangiare, scrivere musica”.


A questo proposito a settembre ci saranno novità. E’ vero?

 

“Sì, uscirà per la rivista musicale Amadeus un cd. Un lavoro particolare. Ho diretto  musiche di George Gershwin, eseguite dall’orchestra del Conservatorio  Arrigo Boito di Parma, con al pianoforte Roberto Cappello. Direttore conservatorio di Parma, Cappello mi ha coinvolto in questa  serie di concerti: il Concerto in Fa per Pianoforte e Orchestra e la Rapsodia in blu, sempre per Pianoforte e Orchestra. Nella stessa sera li abbiamo eseguiti nella sala Verdi del conservatorio di Milano e, in quella occasione, è stata realizzata una registrazione. Il cd è, di fatto, un live. Una orchestra di 80 elementi dove la peculiarità è quella che 20 sono docenti… i restanti 60 elementi studenti del Conservatorio. Una esperienza bellissima”.

 

E veniamo al suo rapporto con l’Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento…

 

E’ un rapporto che affonda radici in un passato in cui è bello tornare. Conosco questi musicisti da quando sono stati l’anima della Istituzione Concertistica Orchestrale Tito Schipa. Sono molto legato a questa realtà e con loro ho collaborato tantissimo, come direttore d’orchestra e, quando erano ICO Tito Schipa, anche come assistente alla direzione artistica. Ci siamo semplicemente ritrovati dopo quelle che sono state le vicende ultime, che hanno portato cambiamenti anche strutturali. La riorganizzazione delle fila è importante ed è comprensibile quanto sia impegnativo. In ogni caso è fondamentale riprendere il cammino. E a Carmiano avrò di nuovo il piacere di essere con loro per una serata nella quale sono certo ci divertiremo: quattro overture di Rossini già da sole basterebbero! Ma ci saranno brani della prima e seconda Suite di Carmen di Bizet e, se il pubblico gradirà, non escludiamo qualche sorpresa in tema con l’aria della serata”. (  a.c. di ComunicazioneOles )