Maria Serena Salvemini, un violino per andare dritta al cuore di chi la ascolta

Certi talenti sono tali per dna, altri per lenta crescita. Alcuni, rari, sono entrambe le cose. Ed è il caso di Maria Serena Salvemini, la solista di soli 18 anni che è la protagonista nel concerto 𝑪𝒐𝒏𝒄𝒆𝒓𝒕𝒐 𝒊𝒏 𝑹𝒆 𝒎𝒂𝒈𝒈. 𝒑𝒆𝒓 𝑽𝒊𝒐𝒍𝒊𝒏𝒐 𝒆 𝑶𝒓𝒄𝒉𝒆𝒔𝒕𝒓𝒂, 𝑶𝒑. 𝟑𝟓 di 𝑷. 𝑰. 𝑪𝒂𝒋𝒌𝒐𝒗𝒔𝒌𝒊𝒋 violinista insieme alla OLeS con la direzione di Silvia Massarelli.

Di lei, che ha un curriculum davvero straordinario per la giovane età, è stato scritto” ...suona il violino come naturale prolungamento del proprio corpo, con una visione della musica che punta dritto al cuore dell’ascolto…( Livio Costarella de  La Gazzetta del Mezzogiorno)  e ancora Fabrizio Versienti -de Il Corriere della sera

“…Maria Serena Salvemini suona da predestinata, con tecnica feroce e musicalità estrema, confermando tutto il buono che si è già detto è scritto su di lei…”

 A quanti anni ha iniziato?

“Anni? 10 mesi!!!”

Impossibile a credersi!

“Al contrario è vero! Mia madre, violinista anche lei, a soli 10 mesi mi ha messo in mano un violino che è 1/16, piccolissimo…come me. All’inizio ovviamente giocavo ma a un anno e mezzo comunque ho iniziato a fare qualcosa, per dire note vuote, i ritmi….mia madre mi ha guidato”.

Verrebbe da dire, ma era una bimba così inquieta che è stato necessario darle qualcosa da fare di importante!

“Assolutamente noooo! Ero davvero tranquilla invece, insomma una brava bambina”.

…bravissima! Ma se la sorte non le avesse fatto studiare il violino avrebbe scelto un altro strumento?

“No, il violino è proprio nel mio dna. Ovviamente ho studiato pianoforte, per la laurea che ho appena preso in Conservatorio a Bari,  non so perché è uno strumento che sento mio, non ci sono dubbi”.

Dopo questa triennale presa a soli 18 anni cosa viene?

“Completerò il percorso e nel frattempo sono entrata in Accademia al Santa Cecilia e anche all’Accademia di Biella con il maestro Pavel Berman. E studierò come violinista solista”.

Il violino è realmente uno strumento così difficile da studiare?

“In realtà sì, non è un caso che lo si denomini strumento del diavolo. L’intonazione è difficile da trovare, la gestione dell’arco con la mano destra è molto particolare e soggettiva. Si deve mettere in moto anche la memoria tattile. Insomma può esser difficile”.  

Lei è molto giovane ma si è già misurata con repertori di grande difficoltà…

“Ci sono cose che entusiasmano. Paganini per esempio è uno dei miei autori preferiti per ovvi motivi, ma allo stesso modo amo Bach, Cajkovskij, Mozart! Il Salisburghese ha scritto per violino 5 concerti e 10 sonate”.

Parliamo del concerto in Re maggiore che eseguirà con la OLeS…

“È uno dei concerti più difficile con cui ogni violinista si deve misurare, è un vero cavallo di battaglia, una sorta di passaggio obblicato. Perché lo trovo bello? È tutto il concerto che è emozionante, tutti i temi sono mozzafiato, ci sono passaggi davvero toccanti”.

 Con la OLeS è la prima volta che suona

“Sì, ma so già mi troverò molto bene. E’ noto che sono musicisti molto esperti e bravi. Sarà un bel concerto! Non è la mia prima volta a Lecce invece, ho già suonato e il pubblico è davvero caloroso”.

(Testo a.c. di ComunicazioneOles)